Superstizioni e credenze cerresi raccontate dai contadini del Sec. XX

I racconti dei primi anni del 900 era il passa tempo del dopo cena, quando a mala pena si riusciva a vedersi con la luce della fiamma del fuoco e con una piccola candela poggiata sulla parte superiore del camino. Non c’erano altri modi per aspettare che si andasse a letto per un giusto riposo dopo una faticosa giornata di lavoro nei campi. Erano le persone più anziane a raccontare le storie passate, tramandate dai loro genitori quando con i parenti più stretti si organizzavano  davanti al camino per scegliere la lana o altri lavori di casa.

I racconti che maggiormente venivano ascoltati erano quelli legati ad alcuni oggetti o animali che potevano essere il segno di una sfortuna.

La rottura di uno specchio portava sfortuna per sette anni. Si faceva quindi molta attenzione a tenerlo in mano per bene al fine di evitare di farlo cadere e rompere.

Il gatto che attraversava la via ,una volta percorsa dai soli carretti trainati dagli asini o dai cavalli, portava morte e sfortuna. Alcuni molti anziani e ancora viventi ci hanno raccontato che il gatto nero quando attraversava la strada faceva impaurire l’asino e questo per paura cominciava a scappare perdendo i prodotti agricoli che portava sul carretto o sulla soma.

Il sale che cascava sul pavimento portava tanta sfortuna alla famiglia. Trovare tantissimi anni fa il sale non era molto facile, bisognava andare fuori dal proprio comune per comprarlo, pertanto si presume che fosse legato proprio al valore del prodotto e al suo costo.

Il recipiente di olio che cade sul pavimento. Era anche questa una superstizione legata al raccolto dei prodotti agricoli durante l’anno. Si pensava che cadendo e rompendo il recipiente che conteneva l’olio ci sarebbe stata una annata di raccolto molto scarsa.

Mettere la scopa dietro la porta durante la notte non consentiva di fare entrare in casa l’anima dei propri defunti. Si pensava che mettere la scopa per pulire casa dietro la porta si vietava di far entrare lo spirito dei propri avi in casa. Alcuni pensavano che mettere la scopa dietro non si faceva  entrare  la strega per portarsi via i bambini. Quasi tutte le famiglie si costruivano la scopa con vari tipi di rami secchi o di salici giovani che legati all’estremità di un bastone facevano il manico alla scopa.

Una credenza molto popolare era quella di non mettere il pane alla rovescia perché era come disprezzare Dio; il pane per i vecchi contadini era la cosa più importante e apprezzata dalla famiglia.

Il corno era un amuleto per difendere i piccoli bambini dalle streghe e dalle maldicenze. Il regalo che tutti facevano al bambino appena nato era quello del corno rosso. Mettere un corno rosso su un indumento indossato dal bambino era un modo per avere nella vita tanta fortuna. Della strega si raccontava anche che la notte molti l’avevano trovata a girarsi dentro un immondezzaio per togliersi di dosso l’anima della strega.

Le credenze materiali e fisiche che si raccontavano in famiglia per evitare e scongiurare paure e salute. Cosa era lo stregone : lo stregone era quella persona che secondo le credenze di tantissima gente poteva guarire dai vari mali le persone. Molti andavano in un paese “xxx “ vicino Isernia dove trovavano questo personaggio che secondo il loro credo poteva togliere il male al malcapitato malato.

Le fattucchiere erano quelle che per detto dai tanti che si sottoponevano a questo rito era quella che faceva passare il mal di testa . Cosa era il malocchio per i contadini: il malocchio era qualcosa che poteva avvenire durante l’incontro con un’altra persona. Si pensava che incontrando una persona questa persona per invidia gli avrebbe fatto un sguardo cattivo, dandogli così il mal di testa. Per togliere il malocchio la fattucchiera, dopo aver scaldato l’acqua, si bagnava il pollice della mano lo faceva passare sulla fronte della persona e pronunciando in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, tante volte, il mal di testa passava.

Il più ascoltato e sentito dai bambini , forse, era la superstizione degli “spiriti”. Tantissimi anni fa i soli mezzi per spostarsi erano l’asino, il mulo con il carretto o andare a piedi. Quando ci si spostava per andare a trovare un parente o amico fuori dal proprio nucleo abitativo si andava a piedi. Molte delle volte , per motivi vari si faceva notte e per ritornare a casa, facendo alcuni percorsi, bisognava passare davanti al cimitero. Passando davanti al cimitero tante persone raccontavano di aver incontrato lo spirito. La credenza dello spirito nasce da un credo antichissimi che quando una persona moriva per disgrazia o non avrebbe trovato sepoltura o allontanato dalla società, questa persona camminava di notte coperto con un abito bianco dalla testa in giù.

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