Cerro al Volturno nasce intorno al 600 a.C. per opera dei Sanniti ed il suo nome deriva dalla presenza , di una fortissima vegetazione di cerri e da questi prende il nome “ Fortitudo Cerri” dicitura che troviamo scritta sotto lo stemma del comune – Cerro al Volturno fu feudo della badia di San Vincenzo dal X secolo .Cerro è stato governato dai Filangieri nel 1064 , mentre nel XIV secolo appartenne alla famiglia De Reale poi passò ai Candelmo ed ai Pandoni che ne furono feudi fino al 1525, anno in cui la famiglia Bucca ne diventò titolare.Dopo la famiglia Bucca il feudo di Cerro passò ai Colonna e più tardi ai Carafa che ne mantennero il possesso fino alla fine della feudalità. 31 dicembre 2020 abitanti 1170.
Il Costume Cerrese
Molto rilevante è stato a Cerro al Volturno il costume delle donne,fino agli anni sessanta le donne a Cerro vestivano con un copricapo bianco ricadente sulle spalle , il “corpetto” era in velluto molto ricamato che andava a coprire una camicetta bianca di pizzo. Il copri braccio era anch’esso di velluto, mentre la gonna tutta adorna di merletti scendeva fino ai “cioci” (dialetticamente detti scarpitt ) intrecciati sul piede e sulla caviglia con cordoncini di cuoio.
La realizzazione dei 13 chilometri di strada fatta negli anni settanta, dal bivio di Rocchetta al Volturno al bivio della frazione di Montalto del comune di Rionero Sannitico ,ha dato una svolta importante alla visibilità del Paese. Il lungo viadotto sul Volturno di 818 metri costruito negli anni settanta da e con la pila più alta che va oltre gli 85 metri di altezza , ha dato a gran parte delle frazioni la possibilità di accorciare le distanze dai moltissimi centri importanti. Basti pensare che Cerro dista solo 18 chilometri dal più vicino pronto soccorso e lo scalo aereo è a solo 95 Km dal centro abitato (Capodichino)Napoli.
IL CASTELLO DI CERRO AL VOLTURNO
(brevi cenni storici)
La storia del castello di Cerro al Volturno nasce nell’anno 989 quando “l’abate Roffredo registrò su un “ libello” il contratto di concessione dei terreni ai fratelli Giovanni Audoaldo figli di Venero , a Grimaldo figlio di Martino , a Salomone figlio di Perto, a Domenico, presbitero, figlio di Saxo e ed a Urso figlio di Giovanni e altro”. Per difendersi dalle incursioni dei nemici costruirono un castello che prese il nome della pianta che dominava e domina il territorio “cerro” e lo chiamarono castello di Cerro. Il castello fu costruito a forma quadrangolare con due torri molto alte, una posta a difesa del lato est e l’altra a difesa del lato ovest. Ai piedi delle due torri fu costruita nel X secolo la chiesa di S. Maria Assunta (attuale parrocchia di Cerro al Volturno) che conserva intatte due cippi funerari Romani dell’ XI secolo. Il castello così come fu costruito dava pochissime possibilità di colpire gli aggressori, ma consentiva una forte difesa in quanto le massicce mura di cinta erano impenetrabili e potevano essere scavalcate solo con scale e funi con ancora da lanciare all’interno delle mura di cinta. Per difendersi bastava rigettare le scale e tagliare le funi. Altri strumenti di difesa erano i liquidi bollenti, archi , frecce, sassi ecc. Il castello di Cerro è stato più volte trasformato nel tempo ed adattato alle diverse esigenze difensive dei secoli successivi. Con l’introduzione delle armi da fuoco il castello ebbe una trasformazione strutturale ben precisa e fu adattato sia per difendersi dai cannoneggiamenti sia per sparare sugli avversare a tiro incrociato, frontale e radente a media e lunga distanza. Le torri che dominano il territorio sono accessibili mediante due scale aeree da dove è possibile vedere tutta l’alta valle del Volturno , l’abazia di Castel San Vincenzo e alcuni paesi limitrofi.
In due punti diversi del castello sono ancora visibili le prigioni e nel cortile due grandi gelsi secolari , uno bianco e uno rosso che volevano rappresentare l’oro e il rosso bordato sullo scudo dei Pandone.
Il castello è raggiungibile a piedi da piazza San Pietro salendo fino ad arrivare a piazza S. Maria Assunta per poi raggiungere la porta centrale del castello. Percorrendo questa via si passa attraverso un’antica porta (una volta sede del corpo di guardia dei signori del castello). Una via molto suggestiva per raggiungere il castello è quella che parte da via Concezione per poi prendere un viottolo molto stretto che fiancheggia la roccia sottostante le mura di cinta, fino ad arrivare alla “Precia” , da dove più comodamente si può raggiungere la porta centrale del castello . A piazza S. Maria Assunta si può arrivare anche in macchina salendo per via Montano (primo incrocio a destra appena entrato a Cerro), oppure scendendo attraverso una stradina asfaltata proveniente dal borgo di Cerreta. Non è accessibile per il momento il tratto di strada che collega la SS 652 con Cupone per poi arrivare a piazza S. Maria Assunta.
I BORGHI DI CERRO AL VOLTURNO
Dopo il mille si cominciarono a costituire in consistenti nuclei abitativi dei piccoli che presero il nome rispetto alla specificità della conformazione del territorio o da culti religiosi. Nascono quindi tredici nuclei abitativi che portano il nome di Foci, San Vittorino, Cerreta, Cupone , San Giovanni, Mancini, Piano d’Ischia, Case, Foresta, Rossi, Valloni, Santilli e Petrara.
Il più antico borgo ,secondo alcune testimonianze, dovrebbe essere Cupone, probabilmente fondata in contemporanea con l’Abazia di San Vincenzo. Molto antiche dovrebbero essere Piano d’Ischia e Foci .(Al momento non ci sono testimonianze che possano giustificare i rispettivi anni di nascita)
Con il passare dei secoli le frazioni vengono ,in gruppi, contraddistinti con degli appellativi e nascono i nomi della “s_rraglia” “ , “r_cepp_lisc” e “r_c_rracchiul”.
La “s_rraglia” raggruppa i borghi di Foci San Vittorino e Cerreta e presumibilmente l’appellativo si riferisce al fatto che sono le tre frazioni posizionate nel territorio più alto del comune, metre “r_cepp_lisc” sono gli abitanti dei borghi di Cupone San Giovanni, Mancini, Piano d’Ischia e Case e l’appellativo fa riferimento al fatto che la maggior parte di questi abitanti, anticamente, utilizzavano prevalentemente come legna da ardere i “ceppi di ginestre” perché non avevano grandi boschi per rifornirsi di legna più solida.
L’appellativo degli abitanti “r_c_rracchiul” nasce dal nome del comune di residenza Cerro capoluogo.
Nel 1862 l’Amministrazione comunale acquisì l’autorizzazione con R.D. 26 marzo 1863 ad aggiungere al nome “Cerro” l’indicazione “al Volturno” ritenuta necessaria per garantire , la distinzione con altri paese italiani che portavano lo stesso nome.
Il 21 febbraio del 1994 fu emesso il francobollo della serie ordinaria “Castelli” (seconda emissione) del valore di L.200 del vecchio conio. il francobollo riproduce il castello con le abitazioni sottostanti.
Lo stemma di Cerro al Volturno, purtroppo, non riporta il castello, ma al centro e sotto una grande quercia vi è un maiale e la scritta FORTITUTO CERRI. Per mantenere solide le mura del castello e per salvaguardare il borgo sottostante le amministrazioni comunali , negli anni passati, hanno provveduto a fortificare la roccia con alcuni interventi strutturali.
LA CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA
La chiesa di S. Maria Assunta risale al X secolo ed è situata sotto le torri del castello. All’interno della chiesa e sul lato sinistro si possono ammirare due cippi funerari romani del IX secolo. Nella chiesa si trovano tre “pale” portate dal convento di S. Maria di Loreto situato lungo la strada provinciale che porta al comune di Acquaviva d’Isernia . La “pale” centrale risale al 1500 e rappresenta la “Traslazione della Santa Casa”. Le due “pale” laterali sono del 1600 e raffigurano personaggi francescani. Le pale sono sicuramente costruite da artigiani locali la cui conoscenza ad oggi resta ignota. Di rilevanza nazionale è la statua in legno della Madonna dell’Assunta che risale al XVII secolo. La chiesa negli ultimi anni ha avuto, a causa di terremoti, diversi interventi di ristrutturazione e ricostruzione che non hanno comunque modificato l’originalità della sua prima costruzione. La chiesa è stata per secoli culto dei signori del castello e dei loro sudditi.