Il lavoro, le arti e i mestieri erano legati da un unico interesse , guadagnare per vivere una vita più serena e felice. Nei secoli scorsi Il lavoro, le arti e i mestieri erano tutti legati alle braccia e solo pochi dei mestieri venivano considerati privilegiati. Tra i mestieri privilegiati c’erano i dottori , all’epoca i giudici regio, i ricchi e possidenti ,il resto erano quelli legati al solo lavoro delle mani e delle braccia.
La popolazione cerrese dal 1860 al 1971 ha mantenuto quasi un costante numero di abitanti con una media di 2442 unità abitative e di queste un buon settanta per cento era dedicata alla lavorazione dei campi.
La comunità di Cerro al Volturno nei secoli è stata prevalentemente contadina, per vivere si lavoravano anche i terreni pietrosi dei monti sovrastanti il pianoro di Santa Croce, di La Spina e della parte a monte di Foresta. Distinti e separati erano i tipi di cultura e di produzione dei prodotti alimentari rispetto al territorio. La parte del terreno confinate con le abitazioni veniva quasi tutta adibita alla coltivazione del mais, grano, patate, ortaggi e legumi freschi, mentre sulle alture dei monti venivano coltivate solo patate, grano e mais con specifiche tipologie di grano.
Il lavoro artigianale a Cerro al Volturno era molto diffuso, non mancava quasi nulla per far fronte alle necessità della società cerrese. Già dal 1868 troviamo a Cerro quattro mulini che lavoravano il grano per la produzione della fare farina, un elemento essenziale per far fronte alle necessità alimentari della popolazione. Tanti erano anche i calzolai, sparsi in quasi tutto il territorio da Valloni a Foci. Anche tanti erano i sarti , allora a quei tempi si cucivano gli abiti su misura e quasi tutti fatti a mano. Un po’ meno erano presenti i fabbri (ferracavalle), infatti le sole presenze stavano a Cerro centro a Piano d’Ischia e a San Vittorino, sferravano gli asini e i cavalli, poi tagliavano le unghie per applicarci i ferri squadratati fino alla punta, tutto questo serviva per proteggerli ed evitare l’usura delle zampe e delle unghie. Presenti sul territorio erano anche i falegnami, uno stava a Cupone e uno a San Vittorino. Le rivendite al pubblico di alimentari erano poche nei primi anni del novecento, quelle aperte stavano a Cerro centro, Cupone, San Vittorino e Foci, poi con il passare del tempo in quasi tutti i borghi vennero aperti tanti negozi alimentare che dall’inizio degli anni duemila e fino ai giorni nostri hanno chiuso quasi tutti, tranne che a Cerro capoluogo. Fino agli anni 50 sessanta del secolo scorso per arare la terra servivano un paio di buoi: questi animali erano indispensabili in quanto non si usavano i trattori e tutti i terreni erano lavorati con mezzi a trazione animale. Se qualcuno doveva sostituirne uno dei buoi per motivi vari lo acquistava o se lo faceva prestare da un altro contadino rimasto anche lui con un solo animale ,così riuscivano a fare la coppia. L’unico problema che c’era era quello che i due buoi dovevano essere uno dritto e l’altro mancino. Poi già alla fine degli anni sessanta con l’arrivo dei trattori i buoi divennero non più indispensabili per il lavoro. Anche il mestiere del mietitore era stagionalmente molto richiesto. Il mestiere del cestaio era uno dei più importanti perché le ceste di vimino erano indispensabili per tanti usi, si utilizzavano addirittura anche per lo spietramento dei terreni. Un mestiere molto professionale era quello dello scalpellino , a Cerro una sola persona si dedicava a questo preciso lavoro ed era di Cupone. Presenti in quasi tutti i borghi i boscaioli che con il “trengature” ,

una sega a due manici, riuscivano a tagliare anche grossi tronchi distribuendo la fatica a metà con il compagno di lavoro. Poche erano le famiglie che si dedicavano alla lavorazione , produzione e commercializzazione del carbone, un lavoro molto faticoso in quanto oltre a lavorare in un posto di lavoro abbastanza sporco per portare a termine il lavoro bisogna vegliare 24 ore su 24 la carbonaia preparata all’aperto per il suo processo di combustione.
Il nome in dialetto delle attrezzature :
- seca a telare = seca a telaio per produrre le tavole
- penrone = grosso maso di contrappeso per la pressa
- vit senza fin = vita senza fine per torchio
- Cavedare o chettòra grand = caldaia in rame
- trengature = seca a doppio manico per tagliare grossi tronchi