
Tutto l’anno era dedicato al lavoro e solo pochi giorni erano quelli che ogni abitante cerrese poteva prendersi per dedicarlo a un giorno di festa. Il paese essendo composto da tredici piccoli borghi, di feste se ne contavano molte, ma in realtà erano poche in quanto ogni cittadino residente festeggiava il giorno di festa della sua borgata. I contadini si alzavano all’alba per approfittare della prima luce e per lavorare al fresco fino a tarda sera , il riposo era limitato solo a poche ore della notte e ai giorni di festa.
Le fiere , occasione di scambio di animali e di prodotti agricoli , erano due le fiere e si svolgevano nei mesi di agosto e settembre. Nei primi anni del novecento la moneta era la lira e non molti avevano la possibilità di pagare con la lira così si utilizzava lo scambio materiale. Basti pensare che nei primi anni del 1900 un operaio guadagnava al massimo due/tre lire al giorno per circa 12 ore di lavoro. Il pane, la pasta, la farina di grano e granoturco, la carne, il latte , di media il costo era di circa 0,50 £/kg e solo pochi potevano comprarlo. Lo zucchero costava 1,50 £/kg, le sigarette 0,20 £ , il pane 0,45£/kg. Il contadino guadagnava 0,55 £ al giorno lavorando dall’alba a tarda sera.
Facendo un tuffo nel passato possiamo dire che le feste religiose più sentite erano quelle della Madonna dell’Assunta, Sant’Antonio, San Giovanni, San Rocco, Santa Lucia, Sant’Anna, San Berardino, San Nicola, Lunedì dell’Angelo e San Giuseppe. In tutte le occasioni di festa non mancava il gelataio di Castel San Vincenzo che conservava il gelato, durante il periodo estivo, con la neve che andava a prendere su monte Marrone. L’attrazione della serata del giorno di festa ,dopo i riti religiosi della mattinata, ( SS Messa e Processione) era Aldino che con la sua fisarmonica suonava in piazza dove si ballava fino a oltre la mezzanotte.
Un giorno di festa molto sentito era quello di carnevale ,usanza ormai scomparsa da decine di anni. Cosa facevano i giovani: Si vestivano con abiti strappati e con una maschera preparata da loro stessi ,andavano nei campi dove in quel periodo generalmente si potavano le vigne , si mettevano sulle spalle un potatore e lo portavano a casa dove si festeggiava con salsicce, formaggi e vino. La festa in famiglia tra amici vicini di casa e parenti si faceva dopo la trebbiatura, era questa la festa che quasi tutte le famiglie aspettavano perché si festeggiava il raccolto del grano che per quei tempi di carestia avere un buon raccolto significa non soffrire la fame durante tutto l’anno.
La scampagnata del Lunedì in Albis era molto sentita dai giovani che si ritrovavano sulle aree verdi di Valloni per consumare insieme alla propria fidanzata un pasto composta da vari prodotti fatti in casa.( si andava a piedi dalle proprie abitazioni). Altri eventi importanti erano quelli tradizionali del Santo Natale, la Pasqua, Corpus Domini, la Cresima e la Comunione e il giorno più importante di una coppia: il matrimonio. Il pasto di un matrimonio consisteva nel preparare e consumare su lunghe tavolate di legno il soffritto, la carne di agnellone o capra, pasta fatta in casa, vino del posto, frutta secca e verdure dell’orto.
La pagina è sempre in fase di costruzione, se vi fa piacere aggiungete nuove storie e immagini e continuate a visitarla per conoscere nuovi siti e storie di Cerro al Volturno.