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Usi ,costumi e tradizioni di Cerro al Volturno e dintorni

La conoscenza delle radici culturali del territorio dove vivono i Cerresi è stata raccontata da diversi autori ed è stato per tanti uno stimolo di conoscenza culturale sempre più interessante. Anche gli alunni delle scuole elementari e medie hanno dato il loro proprio contributo per portare la conoscenza di Cerro al Volturno fuori dal nostro territorio. Partendo dal nostro territorio costituito da tredici piccoli borghi , dal loro modo di vivere, dai vecchi attrezzi di lavoro che troviamo su questo link , attrezzi raccolti nelle nostre case o abbandonati sul territorio, dal dialetto, dai costumi, dal lavoro e dalla vita sociale si può capire l’importanza dei sacrifici che i nostri antenati hanno fatto per portarci nelle dinamiche del mondo moderno. Per tanti , per i più giovani è difficile capire e comprendere che il passato è stato solo lavoro e sacrifici, anche tante ingiustizie, ma la storia non va dimenticata, perché solo con il confronto tra il passato e il presente possiamo fare il paragone tra la cultura di ieri e quella di oggi, conoscendo noi stessi possiamo affrontare con maggiore consapevolezza le nuove dinamiche di oggi. Per non dimenticare il passato sono tante le tradizioni che i cerresi hanno lasciato in eredità alle nuove generazioni, purtroppo non tutte sono state raccolte e fatte proprie. Noi stiamo cercando di riscoprirle attraverso la conoscenza tramandata dalle vecchie alle ultime  generazioni, per adesso non sono molte ma con l’aiuto delle vostre conoscenza avute dai nonni possiamo saperne di più. Per farlo Clicca su: Il dialetto cerrese molto diffuso fino agli ultimi anni del 1900 si distingueva tra le varie fasce di popolazione residenti sul territorio. La pronuncia degli abitanti dei borghi nelle zone alte del territorio era diversa da quella degli abitanti più a valle. Infatti si distinguevano tra serraglia (abitanti) a “càpammònde” verso su, mentre cepplisc ” càpaballe” abitanti nella valle-verso giù. Citiamo solo alcune delle parole più significative e che sono rimaste più impresse nel dialetto cerrese di oggi:

  • ècchepengòppa = una zona sulla parte di sopra di chi parla
  • ècchepessòtte = una zona approssimata sulla parte di sotto di chi parla
  • ècchesòtte = una zona sulla parte di sotto di chi parla
  • èssepellà = una zona pocodistante di chi parla
  • èssepengima = una zona sulla parte più ata di chi parla
  • te na facce gianze e una arrète = Tiene una faccia davanti e una dietro
  • te tènga fa na terièta de rècchje! = Ti devo fare una tirata di orecchie!
  • Còme fa la mamma accuscì fa la figlia= Come fa la mamma, così fa la figlia

 

 

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2 Comments

  1. La foto dove si vedono le due signore/ragazze, è la parte destra alta di San Vittorino, cioè dalla chiesa per andare verso le “Lenze” – quelle erano le penultime masserie e dopo c’era il pagliaio di mio nonno Giuseppe, detto Giuseppe rr’ cancelliere) perchè pur non essendo mai andato a scuola (nato nel 1890), sapeva leggere e scrivere, aveva una calligrafia bellissima e pulita, aveva imparato da militare della 1^ guerra mondiale.

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